03 Sep

Il padre non c’è?

Il padre non c'è?

Il padre non c’è?

“Diversamente dalla madre, è la storia che ci ha dato il padre, e la storia può riprenderselo” (Luigi Zoja)

Ormai interrogativo comune sta diventando l’assenza della figura paterna, non solo nei nuclei monogenitoriali (madre-figli), ma anche in quelle situazioni in cui è presente fisicamente. Queste le riflessioni di antropologi, psicoanalisti, sociologi…

Questa assenza sempre più spesso entra prepotentemente psichicamente ed emotivamente nella stanza di analisi.

Madri sempre più presenti e onniscienti, padri inconsapevoli e rapiti dal desiderio inconscio di eguagliare una donna che, oltre ad essere madre, continua a svolgere tutte le altre attività per paura di perdere l’emancipazione ottenuta… così come alcuni pazienti la definiscono.

Ma dove trovare la radice di tutto questo? Come comprendere quello che la Fraire, psicoanalista romana, ha definito l’oblio del padre?

Forse potremo fare una breve ma intensa rassegna tra le possibili risposte senza avere la pretesa di saturare il campo:

“Nel mondo contemporaneo il maschio non riesce a conciliare la proclamata parità delle donne e il suo istinto, spesso inconfessato, di associare l’idea di potere a quella di virilità. In questa competizione avrebbe bisogno di rivelarsi sempre e comunque il migliore; ma siccome i successi delle donne sono sempre più evidenti, egli risulta inferiore e la sua immaturità lo spinge a mascherare la sua debolezza con l’aggressività.” (F. M. Cataluccio, Il Foglio, 23 agosto 2014)

Così lo psicoanalista Massimo Recalcati che con il suo libro Cosa resta del padre? (2011) ha provato ad indagare il rapporto padre-figlio facendo riferimento al mito di Ulisse. Certo ci troviamo nell’epoca del tramonto irreversibile del padre, ma siamo anche nel “tempo di Telemaco”: cioè il tempo in cui i ragazzi, le nuove generazioni, guardano il mare aspettando che qualcosa del padre ritorni. Lo psicoanalista ci fa riflettere su quanto probabilmente Telemaco sia il rovesciamento, o – aggiungo io – il superamento evolutivo/psichico del complesso di Edipo. Quest’ultimo vive il padre come un rivale e si macchia dei peggiori crimini (uccide il padre per possedere sessualmente la madre), “Telemaco è il giusto erede non perché eredita un regno, ma perché ci rivela che è solo nella trasmissione della Legge del desiderio che la vita può emanciparsi dalla seduzione mortifera della ‘notte dei Proci’, cioè dal miraggio di una libertà ridotta a pura volontà di godimento”.

E poi Lo psicoanalista Gustavo Pietropolli Charmet cerca di soffermarsi sullo stato attuale delle cose e ce lo descrive così: “Negli ultimi anni il conflitto fra le generazioni si è molto placato e si è stabilito un armistizio disarmato. Il padre ha deposto le armi, il controllo sociale sui giovani li lascia piuttosto liberi di esprimersi, le pari opportunità hanno dato i loro frutti, le madri sono intente a lavorare e i figli non debbono perdere tempo a liberarsi dalla loro ansia, la scuola è alle prese con le riforme che non riesce mai a portare a buon fine, aspetta che qualcosa di nuovo succeda e nel frattempo lascia vivere i propri studenti”.

Mi viene da pensare che proprio questa situazione di anormale normalità che dovrebbe far riflettere e inquietare.

Una breve riflessione su un argomento delicato e complesso che vuole instillare in ciascuno interrogativi per guardare alla vita e al mondo con curiosità, cercando di comprendere e significare gli eventi e le situazioni che ci circondano.

Bibliografia
  • F. M. Cataluccio, “Papà s’è perduto”, Il Foglio Quotidiano, Anno XIX Numero 198 – PAG IX-, sabato 23 agosto 2014 [articolo]
  • M. Fraire, “Oblio del padre”, Rapsodia, http://www.rapsodia-net.info/?p=538, 15 dicembre 2011 [articolo]
  • M. Recalcati, Cosa resta del padre?, Raffaello Cortina Editore, 2011